Editoriale

Come è nata l’esperienza editoriale di Pareti? Quali sono state le difficoltà che hai incontrato all’inizio del progetto?
È nata a Parma, stanchi di comprare Alp per una sola risicata paginetta curata da Flaviano Bessone che tentava di parlare di climbing dentro a un tripudio di monasteri, colline e boschi innevati. Partito col piede giusto, Alp aveva mollato il colpo verticale, che noi (il primo anno eravamo in quattro) volevamo riprendere e anzi totalizzare con una rivista che fosse 100% scalata. L’ovvia difficoltà erano i soldi per stampare e diffondere, all’inizio solo in abbonamento postale. Ce li mise Piero Amighetti, all’epoca editore della Rivista del Trekking, della quale uscimmo come supplemento per i primi numeri. Lavoravamo gratis, il che provocò il rapidissimo abbandono di Maspes, Giordani e Righetti e così rimasi solo, fondando la Pareti e Montagne Edizioni, guadagnando sponsor grazie a Stefano Moreno, il miglior specialista del settore, e continuando a lavorare gratis …