Editoriale

La notizia della separazione delle tre medaglie di speed, lead e boulder alle prossime Olimpiadi del 2028 di Los Angeles è stata accolta con grande soddisfazione non solo dalla IFSC, che a questo scopo ha sempre mirato sin dalla fondazione, ma anche da tutti i siti specializzati. È una reazione logica perché il risultato viene dalla efficace espansione del climbing in tutto il mondo, viene dall’aumento non solo dei praticanti ma anche degli spettatori e, in prospettiva futura, l’avere tre medaglie a disposizione, al posto dell’unica delle prime olimpiadi di Tokyo, renderà l’arrampicata ancora più visibile e seguita nei prossimi anni. Quindi, indubbiamente, un successo.
Però ci sono anche delle possibili conseguenze da valutare, non necessariamente nella categoria delle buone notizie, perché la terza medaglia apre uno scenario temuto da molti. Se c’è infatti un qualcosa che aveva fino a ieri mantenuto ancorato il bouldering all’arrampicata, cioè alle proprie radici, questo era il suo…