Editoriale

Infinite posizioni possibili, un solo assetto migliore
Foto: Luca Parisse
Quando si affronta una curva con la moto, su una strada di montagna, per una certa velocità, esiste una sola inclinazione, o “piega”, che permette di compensare la forza centrifuga, evitando di ribaltarsi dalla parte opposta o di andare “lunghi”.
Questo angolo è il risultato di una complessa equazione differenziale, che deve tenere conto, oltre alla velocità e al raggio della curva, anche del peso della moto, del carico sulle sospensioni, della forza di attrito sugli pneumatici, del tipo di asfalto, ecc. Equazione che, ovviamente, il nostro cervello non è in grado di calcolare. Il corpo, però, è in grado di sentirla in pochi millisecondi. È una conoscenza pura, intuitiva, che fa a meno della lenta (e costosa in termini di “sforzo” mentale) mediazione del cervello. Utilizziamo questo tipo di intuizione in moltissime altre situazioni, per esempio quando afferriamo al volo una palla intuendo perfettamente la traiettoria senza doverla calcolare, e quando scaliamo.
Lo scalatore evoluto è…