Editoriale

e gradi moderati su Trial, alla Rocca dei Campanili. Foto: arch. Marco Valente
Ho arrampicato per la prima volta al Mongioie nella calda estate del 1996. Arrivai lì partendo da Lecco, dove allora abitavo, assieme all’inseparabile socio Alessandro Passoni, dopo un epico viaggio a bordo della mia scassatissima Panda 45, ovviamente priva di aria condizionata.
Avevamo cominciato ad arrampicare “seriamente” solo da pochi anni e, in quel periodo magico, per noi il mondo della scalata era una dimensione ancora tutta da esplorare: attendevamo con bramosia le uscite dei vari numeri di Alp e della Rivista della Montagna, per lasciarci sorprendere dalle proposte di nuove destinazioni e ne sfogliavamo compulsivamente le pagine, sognando il momento in cui anche noi saremmo stati lì…
Quando comparve l’articolo di Andrea Parodi sul Mongioie restammo folgorati: raccontava di solari pareti di media quota che si alzavano sopra i prati, e di vie di più tiri, né troppo lunghe né troppo corte, su uno dei calcari più belli delle Alpi occidentali. Le foto pubblicate sembravano pr…